Un sogno pieno di serpenti


Arah teneva in grande considerazione i sogni con i serpenti. Dopo la guarigione improvvisa del piccolo Gaio, per lei sognare tanti cervoni che si avviluppano intorno alle assi di legno del soffitto poteva significare una sola cosa: Anctia. Sapeva così di dover depositare un proprio dono votivo in un luogo sacro alla dea. Aveva sentito parlare di un grande tempio a lei dedicato ad Aesernia, ma i soldati del villaggio erano partiti proprio in quella direzione e così la sua scelta ricadde sul boschetto sacro di Lucus Angitiae, presso le sponde del Fucinus nel territorio dei Marsi. Sapeva anche come arrivarci: seguendo il corso del fiume Sagrus fino alle sue sorgenti nella valle degli alberi parlanti, e poi un tratturo che, dopo aver scavalcato i monti, discendeva fino al grande lago, dalla parte dell’Isola Viva. Non sarebbe stato difficile trovare nel villaggio qualche devoto alla dea guaritrice disposto ad affrontare i disagi e le incertezze del viaggio pur di barattare qualche coperta di lana con le introvabili anforette nere piene di infusi curativi. Avrebbe affidato per qualche giorno il gregge al vecchio e fidato Statius. L’unico dubbio che ancora le restava era se portare o no con sé il figliolo, non potendo sapere tutti i rischi che avrebbero corso. [...]

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